Il lavoro con la trachite e altre storie

L’area di Montegrotto Terme è sempre stata caratterizzata dall’attività estrattiva della trachite. Oltre al gran numero di persone che era impiegato nell’intera filiera del settore, dall’estrazione vera e propria, al carico, al trasporto e allo scarico, tantissimi erano i modi in cui queste attività si imprimevano sul panorama e rimanevano scolpite nella mente anche dei non addetti ai lavori.
Tanti altri però sono stati i lavori che hanno influenzato la storia e l’economia della città, da quelli connessi all’attività termale, a quelli legati alle realtà commerciali indirizzate a cittadini e turisti. La città di Montegrotto Terme e le sue persone raccontano storie di vita, di fatiche e di routine quotidiane.


Sabato 13 giugno 1964, Montegrotto Terme.

Quando ero una ragazzina e abitavo a Mezzavia, avevo preso l’abitudine di andare ad osservare la teleferica Bonetti, che si vedeva di là del canale poco lontano da casa: trasportava pezzi di trachite dalle cave e li depositava su grandi barche che sparivano all’orizzonte sul Canale Battaglia. Ero ammaliata da quella grande macchina e incuriosita dal tentare di capire cos’altro ci fosse in quel processo oltre a quello che vedevo.
Avevo chiesto a mia madre che mi spiegasse, che mi raccontasse di più, ma lei mi aveva ripresa dicendo che quelle non erano cose di cui doveva preoccuparsi una signorina. Stufa che mi si dicesse cosa potevo e non potevo sapere, un giorno, al ritorno da scuola, mi decisi a scoprire la verità da sola. Seguii il percorso della teleferica fino a quando arrivai ad uno spiazzo dove un gruppo di uomini stavano preparando un carico di trachite. Mi nascosi malamente dietro ad un cespuglio e notai un gruppo di ragazzi più piccoli insieme a loro che osservavano la scena e sembravano aiutarli.
Tra questi c’era anche lui; mi ricordo di aver notato che era l’unico tra tutti gli altri che sembrava divertirsi. Avevo riconosciuto nei suoi occhi quella curiosità e quella voglia di scoprire che io stessa percepivo.
Il giorno seguente, ritornando ad osservare la teleferica, lo vidi lì, appostato ad aspettarmi. Scoprii che era uno dei manovali che aveva appena iniziato a lavorare alla cava Bonetti sul Monte Oliveto, e che, vista la sua giovane età e la sua inesperienza, era relegato al supporto degli operai. Lui però era desideroso di imparare, curioso di sapere come funzionava ogni passaggio dell’estrazione di trachite.
Ci incontrammo ogni giorno di fronte alla teleferica e lui mi raccontava, quotidianamente, tutte le sue scoperte. Scoprii come funzionava una cava e tutte le caratteristiche della trachite: la differenza tra la trachite da taglio, quella che si trova più in profondità e che serve a costruire e decorare palazzi e grandi opere architettoniche, e quella da sottofondo stradale o da annegamento, che invece si trova più in superficie ed è articolata in pezzi più piccoli. Imparai il percorso della trachite dalla cava al fiume e anche come funzionava la pesatura del carico. Inoltre, mi raccontò che la trachite era usata per pavimentare grandi città come Venezia perché, se bagnata, non diventava scivolosa. Capii soprattutto quanto la trachite fosse fondamentale per Montegrotto Terme e la sua economia. Mentre lui scopriva, io imparavo insieme a lui.
Ancora oggi è convinto che alcune cose sulla trachite non le ho ancora imparate…